Quello delle SPAC è il fenomeno finanziario del momento negli Stati Uniti. In poco più di 2 mesi a Wall Street società di questo tipo, secondo quanto ha osservato lo SPAC Research, avevano concluso all’inizio di 2021 246 operazioni (vs. le 248 quante ne erano state registrate in tutto il 2020).
Tutti ne parlano, ma solo pochi sanno cosa sono. Analizziamo questo concetto partendo dal nome, il quale deriva dall’acronimo inglese Special Purpose Acquisition Company e si tratta di società che non hanno una propria operatività sul mercato ma che nascono al solo scopo di raccogliere capitali immettendo sul mercato azioni tramite IPO con l’obiettivo della successiva integrazione/fusione (Business Combination) con una società operativa sul mercato (Target).
È uno strumento quindi molto complesso ma idoneo appunto per lo sviluppo di piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita perché, tramite le SPAC, le società target possono accedere indirettamente al mercato azionario diventando una società quotata in tempi e procedure più brevi.
Ha avuto origine negli Stati Uniti nel 1992 e nasce dalla Blank Check Company, ovvero un veicolo societario con lo stesso impianto ma che era stato usato con lo scopo di ingannare il mercato, quotando società prive di reale valore. Con la Rule 419, si è posto fine allo scopo fraudolento ed è nata la SPAC nell’attuale accezione. In Europa invece la prima SPAC si registra nel 2005, mentre in Italia appena nel 2011, con la quotazione della SPAC “Made in Italy1” che nel 2012 ha chiuso una business combination con la società target SeSa Spa, leader nell’IT.
L’attività delle SPAC si compone in quattro fasi: fase I, la costituzione della SPAC, di solito ad opera dei cd. promotori; fase II, la raccolta delle risorse finanziarie tramite dell’IPO, ovvero il capitale della SPAC viene ceduto sul mercato sotto forma di units da sottoscriver; fase III, la ricerca delle società target; fase IV, la business combination. Per avere successo dovrà essere votata favorevolmente dal 50+1 del capitale della SPAC ed in tal caso si avvia il processo di fusione tra le due società, si svincolano i fondi raccolti in fase 2, con tali fondi si liquidano i dissenzienti e si avvia l’operatività della nuova società destinata a crescita ad alto potenziale nel mercato reale.
Lo scorso anno sono state lanciate ca. 250 SPAC per circa $35 mld raccolti. In Italia i numeri sono ben diversi, solo 29 le SPAC con €3.8 mld di capitali raccolti. Ma non va sottovalutato che questo nuovo passepartout della finanza sta crescendo rapidamente e quindi c’è da scommettere che anche in Italia ne sentiremo parlare sempre di più.
Georgiana Ion