La Banca d’Italia ha recentemente pubblicato una nota (Nota Covid-19 del 12 gennaio 2021) nella quale vengono esaminati gli impatti della crisi da Covid-19 sull’accesso al mercato dei capitali.
Considerato che tra il 2009 e il 2019 si sono quotate 237 nuove imprese sui diversi mercati di Borsa Italiana, oltre i tre quarti delle IPO hanno riguardato PMI sul listino AIM Italia. Alla fine di dicembre del 2020 AIM Italia contava 138 società quotate, con una market cap pari a € 5,8 miliardi ed una raccolta di capitali in IPO di oltre € 3,9 miliardi, di cui 21 IPO avvenute nel 2020 (contro le 31 IPO del 2019) .
Specificatamente, la nota della Banca d’Italia pone il focus sulle caratteristiche delle 88 PMI che si sono quotate al mercato AIM Italia tra il 2013 e il 2019, attraverso cui viene stimato il numero di PMI potenzialmente più qualificate alla quotazione nella fase precedente alla diffusione del Covid-19.
Il particolare interesse per le PMI è motivato dalla loro maggiore vulnerabilità all’attuale contesto economico e dalle potenzialità di sviluppo che la quotazione in borsa può offrire loro, tenuti in considerazione i diversi benefici derivanti dalla quotazione per tale categoria di imprese, fra cui vi rientrano il riequilibrio della struttura finanziaria, la maggiore visibilità delle PMI presso i finanziatori e la più marcata attitudine all’attività di M&A. A tali aspetti, si aggiunge anche una maggiore disciplina per gli amministratori, che connesso alla trasparenza della gestione a cui i mercati finanziari prestano crescente attenzione.
I risultati della ricerca svolta dalla Banca d’Italia mostrano la presenza di circa 2.800 PMI (non finanziarie ed escluso il settore immobiliare) con caratteristiche idonee alla quotazione all’AIM Italia prima della diffusione della pandemia. Attraverso la simulazione dei bilanci aziendali 2020 e tenendo conto, altresì, degli effetti della prima ondata della pandemia, è stata elaborata la medesima stima dei dati finanziari 2021.
Dall’analisi svolta è emerso che, sebbene gli effetti della crisi sanitaria riducano del 20-25% il bacino delle PMI che potrebbero, potenzialmente, accedere all’AIM Italia, si stima che il numero delle imprese quotabili rimanga comunque molto elevato anche all’inizio del 2021.
L’ipotetica quotazione di tutte le società individuate dall’analisi contribuirebbe a ridurre il sottodimensionamento del mercato azionario italiano rispetto a quelli delle maggiori economie estere: secondo le stime della Banca d’Italia la capitalizzazione di mercato addizionale teorica potrebbe raggiungere € 70 miliardi (+11,5% circa rispetto alla market cap a fine 2020), con un incremento del rapporto sul PIL al 40% (39% alla fine del 2019).
Pertanto, è ipotizzabile che la tendenza alla quotazione in Borsa delle PMI italiane possa riprendere a ritmi sostenuti progressivamente all’esaurirsi della crisi da Covid-19, fornendo conseguentemente un contributo significativo alla ripresa generale del Sistema Italia.
Andrea Moresco